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16 Luglio 2003 MISTERO
Marco Cipriani
Rennes-le-Chateau
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L'intrigante storia di Rennes le Chateau non finisce mai di sorprendere!.
Appena risolto un piccolo aspetto del mistero ecco che mille altri ne spuntano fuori, come scatole cinesi o le bambole nascoste delle matrioske russe. Non c'è tempo di riprendersi dalla sorpresa di aver scoperto qualcosa che subito si ripiomba nel mistero divenuto ancor più fitto ed oscuro.
Il fatto è che questa intricata vicenda assomiglia sempre più ad una stretta maglia di una rete per la compresenza di tanti riferimenti alle più diverse istituzioni ed organizzazioni e di collegamenti ad una moltitudine di personaggi storici e non, tanto che sembra rifluirvi l'intera storia dell'umanità moderna nei suoi più vari aspetti: è come leggere uno spartito di un'opera musicale a più voci e strumenti.
Il fatto più sconcertante è che, di questa storia, tutto era stato tenuto accuratamente nascosto.
Per conoscere qualcosa di più si dovuto attendere il 1956, quando NOEL CORBU, forse per riprendersi dalle avverse condizioni economiche in cui periodicamente versava, prese a raccontare agli avventori del suo ristorante, a Rennes le Chateau, l'avvincente vita dell'abate "aux millards". La notizia, poi, era stata ripresa sulla stampa locale da un giornalista, suo amico, ma Noel aveva avuto appena il tempo di farlo perché poco dopo trovò la morte in un incidende stradale a dir poco strano.
Da quel momento in poi si susseguì un'intensa produzione letteraria costituita per lo più da modeste pubblicazioni - fatte da persone che si nascondevano dietro a pseudonimi (BLANCASSAL, PIERRE L'ERMITE, DELAUDE, ecc.) - depositate alla Biblioteca Nazionale di Francia e che riguardavano vari temi, in prevalenza genealogici ed esoterici, sulla storia della prima dinastia dei re di Francia: i favolosi re MEROVINGI.
Solo nel 1967 tutto venne alla ribalta nazionale con la pubblicazione di "L'OR DE RENNES" di GERARD DE SEDE: il libro, però, era stato scritto con l'aiuto determinante e con le informazioni possedute da un enigmatico personaggio: PIERRE PLANTARD DE SAINT CLAIR. Costui affermava di appartenere ad una nobile famiglia francese discendente dai re Merovingi e di far parte di un'antica associazione, il PRIORATO DI SION, il cui scopo era quello di custodire, nel tempo, un importante segreto, a livello mondiale, che implicava aspetti di natura religiosa e sociale.

 François Berenger Sauniere


Nel 1971, infine, la vicenda assurse a livello internazionale per l'interessamento della BBC che produsse tre documentari sul caso e, in ultimo, degli scrittori BAIGHENT, LINCOLN e LEIGHT che, sull'onda del successo di quelle trasmissioni, scrissero il famoso e fortunato libro "THE HOLY BLOOD AND THE HOLY GRAIL" (1982), dove, in estrema sintesi, vi si sosteneva la provocatoria tesi che le maggiori dinastie reali europee discendevano dall'antico lignaggio di Gesù, tramite il suo matrimonio con Maria Maddalena.
Ma, torniamo a Noel Corbu. Modesto e non molto fortunato imprenditore, aveva acquistato a Rennes le Chateau, poco dopo il termine della seconda guerra mondiale, un grande complesso - villa Bethania e Torre Magdala - da una sua conoscente, MARIE DENARNAUD, che l'aveva avuto quand'era ancora la sua perpetua da un parroco, vissuto a cavallo di due secoli (1852 - 1917), venuto a svolgere il suo ministero sacerdotale in quel piccolo paese del sud della Francia ai piedi dei Pirenei: FRANCOIS BERENGER SAUNIERE. Ed è proprio dalla strane abitudini e dall'inusuale stile di vita di questo prete e della sua perpetua che qualcosa del grande segreto trapelò e l'incredibile ed infinita storia di Rennes le Chateau cominciò a dipanarsi.

Marie aveva lasciato il lavoro nell'azienda di cappelli del nativo villaggio di Esperaza ed era stata portata via dal suo paese, all'età di 18 anni, dall'intraprendente Sauniere che aveva seguito nella casa parrocchiale (1885), annessa alla pericolante chiesa, per condurvi una vita tutta particolare e che, solo dopo il 1891, divenne improvvisamente molto agiata.
E' da quell'epoca che Marie cominciò a vestire abiti costosi ed alla moda - tanto che gli invidiosi abitanti del paese gli affibbiarono un nomignolo: "la Madonna" - e a spendere molto per lei, per il parroco ed i molti ospiti alcuni anche importanti ed illustri, come l'arciduca d'Austria JOHANN SALVATOR VON HABSBURG, un ministro del governo francese e la famosa cantante d'opera EMMA CALVE'.
La giovane governante, però, era talmente grata al suo curato che eseguiva sempre quanto le veniva da lui richiesto, sino a diventarne la fedele ombra, sia quando si trattava di rispondere alle lettere delle persone che lo cercavano durante i suoi viaggi all'estero, sia nel seguirlo durante le lunghe passeggiate nei dintorni del paese alla ricerca di pietre utilizzate e servite per la costruzione di una grotta alla

 Prima pergamena

Madonna di Lourdes, sia, infine, per aiutarlo negli scavi notturni nel cimitero del paese: e sì, negli scavi, perché Sauniere ne fece molti e, non solo nel cimitero!.
L'occasione gli si era già presentata quando aveva fatto i primi lavori di restauro della malandata chiesa del paese dedicata a SANTA MARIA MADDALENA, risalente al VI secolo, fatta costruire dai cristiani VISIGOTI sulle vestigia di un precedente tempio pagano; da tempo costoro erano stati i primi signori di quelle terre ed avevano anche costruito a Rennes (l'antica REDHAE, loro capitale in Francia) una grande e munita roccaforte, poi divenuta il castello degli ultimi signori feudali, la famiglia degli Hautpoul.
Sauniere fece per primo spostare l'antico altare togliendo i due antichi pilastri di supporto nelle cui cavità trovò delle antiche pergamene. Aveva, poi, fatto sollevare una grossa lapide dal pavimento e - sorpresa! - un luccichio si era sprigionato nel buio dalle profondità tanto che, poco dopo, ebbe a regalare ad un suo collega parroco, un gran bel calice d'oro tempestato di gemme, di antica fattura visigota. Altri lavori ancora ed altre scoperte, annotate nel suo diario: "21 settembre 1891: trovata una tomba". Poi le frenetiche ricerche e gli scavi notturni nel cimitero, attiguo alla chiesa, che si incentrarono, in particolare, sulla tomba di una nobildonna, la vedova dell'ultimo signorotto feudale del paese: MARIE DE NEGRE D'ABLE marchesa D'HAUTPOUL.

 Seconda pergamena


Due lapidi coprivano all'esterno la tomba, che era stata collocata a ridosso del campanile della chiesa dal predecessore di Sauniere - il vecchio curato di Rennes, ANTOINE BIGOU, morto esule a Sabadell in Spagna durante la Rivoluzione Francese - ed autore, forse, dei singolari epitaffi che vi si potevano leggere. Il primo, sulla pietra verticale, era pieno di errori e di parole staccate o legate tra loro come se qualcuno si fosse divertito a renderne difficile la lettura formando anche l'equivoca parola "CATIN" ! Prostituta a chi? e perché una parola così sconcia doveva essere scritta sulla lapide? Mah!. Sulla pietra orizzontale, invece, campeggiavano, assieme ad altre, parole latine scritte in greco che formavano l'incomprensibile frase "ET IN ARCADIA EGO".

 Lapidi sulla tomba della marchesa De Negre


Forse il curato di Rennes era venuto a conoscenza del suo significato e di altre cose ancora se è vero che aveva fatto un viaggio a Parigi per avere lumi sul contenuto di quelle pergamene trovate nei pilastri dell'altare, documenti consegnati al giovanissimo EMILE HOFFET, studioso di antichità, poi divenuto abate e personaggio importante nella Chiesa molto legato anche agli ambienti esoterici della Parigi bene.
Di ritorno al paese, Sauniere aveva acquistato, al Louvre, una copia di un quadro del famoso pittore POUSSIN, dal titolo "LES BERGERS D'ARCADIE", in cui erano raffigurati dei pastori che indicavano un'iscrizione su di una tomba, la stessa che era sulla lapide della marchesa: "Et in Arcadia Ego ..".

Il parroco, però, non ebbe dubbi sull'opera di bonifica nel cimitero: prima graffiò via gli strani epitaffi e, poi, levò proprio le lapidi che gettò in un angolo del cimitero vicino ad un nuovo ossario ma ricevette subito le rimostranze dei suoi compaesani e, soprattutto, degli eredi della marchesa: fu costretto a riporre una copia esatta delle lapidi (1895) e a pagare a caro prezzo i danni che aveva fatto!.
Tutto, però, era ormai cambiato nella sua vita: d'improvviso cominciò a disporre di somme di denaro ingenti, aveva grossi depositi e faceva investimenti con le banche francesi a Parigi, Perpignano, Tolosa e perfino .. a Budapest!. Berenger giunse a spendere qualcosa come centosessantamila franchi al mese, una cifra enorme se paragonata allo stipendio iniziale, elargitogli dallo Stato, di settantacinque franchi e ancor poco tempo prima di morire aveva progettato di costruire altri edifici spendendo molto denaro.
Che cosa avesse fatto diventare così ricco il parroco di Rennes ancor oggi non è dato sapere con esattezza. Trovò un tesoro, tra i tanti che si favoleggiava esistessero nella sua famosa regione piena di storia, la Linguadoca, o antichi documenti che gli avevano fatto conoscere un grande e terribile segreto che lo poneva molto in alto, tanto in alto che, neanche il Vaticano volle opporsi alle sue stranezze, nonostante la denuncia ed il processo intentato contro di lui dal vescovo di Carcassone, suo superiore, che lo aveva accusato di trafficare con le messe?.

 Nicolas Poussin


Se il tesoro fu veramente solo materiale è possibile che Sauniere ebbe le indicazioni giuste per trovarne uno: potè essere quello dei VISIGOTI, assai ricco, perché conteneva anche quello trafugato durante il sacco di Roma (410 d.C.) dal loro re Alarico; oppure quello della casa reale di Francia, al tempo di LUIGI IX il Santo, nascosto in quella zona dalla madre BIANCA DI CASTIGLIA reggente al trono - quando, partito Luigi per la Crociata, seguì una rivolta contro il re poi morto di peste a Tunisi - e mai più ritrovato neanche dal nipote, il successivo re di Francia, FILIPPO IL BELLO; od ancora quello nascosto dai CATARI uccisi in massa dalla Chiesa di Roma nella terribile crociata durata più di cento anni indetta contro la setta considerata eretica, e capeggiata da quel SIMONE DI MONFORT che, guarda caso, alla fine venne infeudato dal re, per ricompensa, della signoria di Rennes e di altri terre vicine; o, infine, quello dei TEMPLARI, l'ordine avversato e distrutto, per la brama di possederne le immense ricchezze, proprio da Filippo il Bello.

 "Les bergers d'Arcadie" (1638-1640)


A suffragare l'ipotesi che Sauniere avesse trovato un grande tesoro sono i numerosi oggetti d'oro emersi, nel tempo, dal suolo in quel territorio nel sud della Francia che, peraltro, sin dal tempo dei Romani, era molto conosciuto ed apprezzato per le sue miniere. Certamente Sauniere scoprì nella chiesa solo qualche vecchia moneta, forse dei gioelli appartenuti alla famiglia d'Hautpoul o degli antichi arredi sacri della chiesa ma, sicuramente, non un favoloso tesoro. Se così fosse stato un segreto del genere non avrebbe retto tanto a lungo nel tempo.
E' vero che Marie Denarnaud aveva promesso allo spiantato Noel Corbu che, prima di morire, gli avrebbe confidato un segreto col quale sarebbe diventato molto, molto ricco. Non fece in tempo, però, perché fu colta, all'improvviso, da uno strano malore (1953) che, seppur non le permetteva più di parlare, se si fosse trattato solo di gioielli e preziosi, avrebbe potuto comunicarlo in qualche altro modo al fedele Noel.
L'esistenza di un tesoro materiale, per quanto favoloso, non da ragione, poi, delle rilevanti implicazioni sociali e religiose di questa strana storia.
Sauniere, infatti, cominciò ad abbellire la chiesa di Rennes con strani arredi, come la Via Crucis sinistrorsa e piena di personaggi non storici, statue di santi posti in posizioni strategiche, il pavimento rifatto a forma di grande scacchiera in mattonelle nere e bianche, l'acquasantiera con la figura del terribile demone Asmodeo (protettore dei tesori nascosti), le grandi e colorate vetrate che nei giorni prossimi al misterioso giorno del 17 gennaio - data ricorrente in tanti fatti di questa storia - formavano strani giochi di luce nella chiesa e sulle statue.
Il curato di Rennes, poi, aveva un devozione maniacale per Maria Maddalena - la santa che era stata molto vicina a Gesù - la cui effigie aveva riprodotto in opere di carattere religioso sparse nei locali della sua grande proprietà che aveva anche chiamato con parole tutte provenienti ed alludenti alla vita della santa (Magdala, Bethania, ecc.).
Sauniere aveva anche composto enigmatici criptogrammi, da lui nascosti e trovati dopo la sua morte, e che ancor oggi non sono stati decifrati. Ebbe rapporti con persone legate all'occultismo ed alla Massoneria e, in particolare, si legò ad Emma Calvé, nota cantante lirica che frequentava gli ambienti esoterici di Parigi, con la quale ebbe, forse, anche una relazione sentimentale. Morì, dopo essersi sentito d'improvviso male il 17.1.1917, il successivo 22 anche se la devota sua perpetua, Marie, con molta premura, aveva già da mesi ordinato la bara per il suo adorato parroco.

 Emma Calvé


Uno stile di vita analogo era stata condiviso dal fratello di Berenger, Alfred, anch'egli religioso nell'Ordine dei Gesuiti e, per di più, precettore degli CHEFDEBIEN, nota famiglia di antiche tradizioni massoniche: uno dei riti più antichi della Massoneria - quello di MEMPHIS - era strettamente collegato con la società dei FILADELFI creata proprio da un marchese Chefdebien a Narbona nel 1780. Alfred venne improvvisamente allontanato dall'incarico per aver, forse, trafugato dei documenti dai loro archivi e che avrebbe passato al fratello. Ebbe anche lui un'amante, l'occultista marchesa di BOURG DE BOZAS, spesso presente a villa Bethania e morì alcoolizzato nel 1905 dopo essere stato scomunicato.
Sauniere intrattenne rapporti con quasi tutti i religiosi della sua zona e, in particolare, con l'abate GELIS, morto assassinato e che, come lui, disponeva di ingenti somme di denaro trovate nascoste perfino dentro la sua casa e di disponibilità finanziarie consistenti; con l'abate BOUDET, autore dell'enigmatico libro "LA VRAI LANGUE CELTIQUE", che sembra avesse composto proprio per nascondervi un grande segreto. Infine, conobbe ed intrattenne una copiosa corrispondenza con PIERRE PLANTARD, giornalista e conoscitore di cose occulte: questi non era altro che il nonno di Pierre Athanasius Plantard, l'amico e mentore dello scrittore de Sede, che s'inserì a viva forza nel mistero di Rennes.
Il giovane Pierre, infatti, fece parte di associazioni segrete che si ricollegavano agli ideali dell'antica cavalleria e verso la fine degli anni Cinquanta dette vita, con altri, ad una società, fino a diventarne il capo, che molta parte ha avuto nell'intera storia di Sauniere: il Priorato di Sion.
Con la sua presenza e le sue idee il mistero di Rennes subì un forte cambiamento perché l'interesse si spostò dal piano materiale a quello spirituale con un collegamento diretto ad una discendenza regale religiosa. L'associazione stessa, a dire di Plantard, affondava le radici in epoca più antica di quella da lui fatta con la sua registrazione ad Annemasse in Svizzera, poiché risaliva addirittura a GOFFREDO DI BUGLIONE ed ai suoi ideali cavallereschi.
Per custodire, nel tempo, il grande segreto erano, quindi, intervenute, di volta in volta, diverse società appositamente costituite.
Nel basso Medioevo operarono personaggi nel monastero a Gerusalemme sul MONTE SION (o ZION), poi ORMUS ed il monastero francescano in Calabria nel quale aveva vissuto anche PIETRO L'EREMITA, il primo personaggio religioso che molto si affaticò perché venisse promossa la prima Crociata in Terrasanta contro gli infedeli; poi, c'era stata la costituzione dell'ORDO TEMPLI da parte di alcuni nobili francesi tutti legati a Rennes le Chateau.

 Sigillo dell'Ordine Templare

 

Nella seconda metà del 1200, dopo una scissione che si dice essersi verificata nell'ordine templare e ricordato nella storia con il "taglio dell'olmo" a Gisors, sembra venne costituito per la prima volta il Priorato di Sion che, però, portò alla clandestinità l'attività dei suoi membri.
Nel Quattrocento alcuni di questi si riunivano attorno a ROBERTO D'ANGIO' ed al mito dell'Arcadia del poeta JEAN SANNAZZARO.
Nel Seicento, durante il regno di Luigi XIV, fu operativa la COMPAGNIA DEL SANTO SACRAMENTO alla cui guida furono il vescovo di Alet, PAVILLON, il sovrintendente alle Finanze FOUQUET, con i suoi due fratelli CHARLES e LOUIS, amico e committente d'opera del pittore POUSSIN. Nell'elenco delle società è annoverato anche un ordine caritatevole e di soccorso per i bambini poveri "LES ENFANTS DE SALOMON", guidato dal potente prelato san VINCENZO DE' PAOLI, confessore del re Luigi XIII e della regina Anna d'Austria. La Compagnia, però, finì nel mirino di re Luigi XIV che la sciolse nel 1655, perché sembra che alcuni suoi membri avevano segretamente collaborato con la FRONDA, gruppo costituito da altolocati personaggi (tra i quali GASTON, zio del re) che tentarono di togliere dal trono il Re Sole.
Alla fine del 1600 altri membri dell'organizzazione si riunivano al seminario ed alla chiesa di SAINT SULPICE a Parigi guidati dal suo fondatore JEAN JACQUES OLIER. Dalla chiesa e da quel seminario, luoghi molto frequentati da Pierre Plantard, partì la campagna per la sua legittimazione di discendente dai re Merovingi.
Il fatto più importante, però, rimane la probabile assunzione, verso gli inizi del 1700, della conoscenza del segreto nella nascente Massoneria prima nel gruppo facente capo alla corrente conservatrice dei GIACOBITI, capeggiata in Inghilterra ed in Francia dalla famiglia STUART, poi da MARCONIS DE NEGRE (RITO DI MENPHIS E MISRAIM), GEORGES ISREAL MONTI e CAMILLE SAVOIRE (RITO SCOZZESE RETTIFICATO) e, infine, nel GRANDE ORIENTE DI FRANCIA tramite le famiglie DAGOBERT e CHEFDEBIEN.
Nello stesso periodo qualcosa dovette essere stato tramandato, in modo enigmatico (lapidi, pergamene, ecc.) prima nell'ambito dei sacerdoti orbitanti intorno a Rennes (BIGOU, BOUDET, SAUNIERE, ecc.) poi tra i componenti delle famiglie nobili D'HAUTPOUL e DE FLEURY, entrambe eredi della marchesa de Negre. E' possibile che il segreto sia stato anche immortalato in alcune opere di artisti che si ricollegavano all'ARCADIA (POUSSIN, TENIERS, LADY ANSON, ecc.) e, successivamente, in quelle di DELACROIX e SIGNOL, conservate nella chiesa di Saint Sulpice a Parigi.

 Rennes-le-Chateau


Nell'Ottocento vi fu l'intervento di NAPOLEONE I che molto s'interessò alla storia dei re Merovingi ed ordinò ad alcuni esperti un'accurata ricerca storica e genealogica di questa dinastia; inoltre anche il famoso scrittore CHARLES NODIER - che fu direttore della Biblioteca dell'Arsenal - si appassionò a questa vicenda così come il grande RENE' DE CHATEAUBRIAND che, ambasciatore di Francia a Roma, fece fare una riproduzione in marmo del famoso quadro dei Pastori d'Arcadia sulla tomba di Poussin nella chiesa di San Lorenzo in Lucina. Di un'altra società segreta, operante verso la metà dell'Ottocento e conosciuta con i nomi di LA BROUILLARD o L'ANGELIQUE, fecero parte la scrittrice GEORGE SAND e, forse, VICTOR UGO.
La continuazione ideale di queste società fu quella cui Pierre Plantard, come abbiamo già visto, volle ridare nuova vita: il Priorato di Sion.
Le ricerche attuali, dunque, non possono che fare iniziale riferimento alla vita, alle dichiarazioni agli scritti di Pierre Plantard e dei suoi sodali: il marchese PHILIPPE DE CHERISEY e JEAN LUC CHAUMEIL.
Ebbene separare, però, con successo il grano dal loglio non è cosa facile anche se rimane l'unico procedimento valido di taglio scientifico che può e deve essere effettuato: esaminare con il vaglio critico, percorrendo a ritroso il viaggio, tutti i fatti noti e non legati al mistero e, così, sperare di arrivare, un giorno, a scoprire il segreto di Rennes le Chateau!. E' questa la strada intrapresa da molti buoni ricercatori, anche stranieri, ma, su tutto pesa una grande difficoltà: l'azione dei singoli rimane isolata e, da sola, difficilmente porterà dei buoni frutti.
E' necessario, dunque, che tutti i ricercatori animati da buona volontà si uniscano in un grande sforzo comune, ognuno apportando le proprie idee e le proprie scoperte in un'unica casa: una società od una associazione sovranazionale che riconosca la validità dei singoli apporti degli aderenti senza privilegiare nessuno ma valorizzando il contributo dato da ogni partecipante. Ma questo, per adesso, è, forse, un bel sogno se non addirittura un'utopia!

di Marco Cipriani
antiqua.historia@email.it
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