1971. Girifalco, paesino collinare della Calabria a metà
tra Jonio e Tirreno, una incredibile alluvione dovuta a più
di 20 ore di pioggia ininterrotta e copiosa, provoca forti smottamenti
nei terreni limitrofi al centro abitato. Cessato il diluvio, l'avvocato
Mario Tolone Azzariti, per conto di alcuni proprietari terrieri,
viene incaricato dei sopralluoghi per la stima dei danni ai terreni.
Nel corso di queste visite, nella zona di Caria, dove si sono verificate
grandi frane, e si sono create ampie fratture nel terreno, il nostro
avvocato rinviene una testa di terracotta antropomorfa che reca
alcune iscrizioni incise in caratteri indecifrabili. Tolone Azzariti,
ha una solida cultura classica sviluppatasi in anni di studio nelle
biblioteche storiche e nel Museo archeologico Nazionale di Napoli,
ma non ha mai visto oggetti di tale fattura, non sono di epoca magno-greca,
ma neppure fenici o romani...
Fortemente incuriosito dal misterioso oggetto, allarga il raggio
della ricerca a tutte le aree del circondario, a caccia di altri
reperti, poichè se di una nuova civiltà vera e propria
si tratta, ci devono essere molti altri segni di presenza. Per i
successivi 20 anni, l'avvocato Mario Tolone non avrà pace,
dedicherà tutto il suo tempo libero e molte risorse economiche,
allo scavo ed alla ricerca di altri reperti di questo antico popolo
italiota.
La ricerca si rivela fruttuosa, i ritrovamenti sono copiosi, alcune
centinaia addirittura, quella frana ha fatto riemergere dal passato
una civiltà sconosciuta del nostro passato, ciotoli incisi
con strani caratteri (petroglifi), splendide sculture in pietra
calcarea rappresentanti donne con pettinature raffinatissime, e
con incisioni rappresentanti il culto del sole, ed il culto dell'albero,
una splendida statua di pietra calcarea rappresentante una donna
che è trascinata da un enorme toro che volge la testa all'
indietro molto simile a quello presente sulle monete dell'antica
Sibari.E poi ancora, statue di terracotta con uomini a cavallo,
stele di terracotta con strani simboli religiosi,con rappresentazioni
del culto del sole, una sfinge di terracotta di fattura particolarissima,
bassorilievi di terracotta rappresentanti uomini con in risalto
grandi attributi fallici, simbolo evidente di primordiale fertilità,
e poi ancora meridiane solari, dischi con incisioni di particolari
caratteri e simboli rappresentanti animali, come il cervo ed il
serpente. Ed ancora molte statue femminili di pietra e terracotta
rappresentanti antiche divinità, con particolari incisioni
simboliche.
Ed ancora, armi, quali punte di lancia in pietra, asce e punteruoli
per la scultura della pietra, anch'esse recanti incisioni indecifrate,
alcune armi non sono di pietra del luogo ma sono in ossidiana, proveniente
falle isole Eolie, una in particolare è bellissima, ed ha
la parte alta a coppa per un manico ad incastro molto simile a quella
di Oetzi, la mummia del Similhaun, dell' età del rame.
E poi urne cinerarie di pietra e di terracotta, e molti scheletri
umani, addirittura un ossario con tonnellate di ossa...
Di questo immenso tesoro l'avvocato Tolone informò prontamente
la soprintendenza archeologica della Calabria, sin dalla prima fase
di scavo, per ottenere aiuti nella ricerca e sopratutto ausilio
nella decifrazione e datazione dei reperti. Ma la soprintendenza,
nonostante abbia nel tempo effettuato numerose ispezioni, si è
sempre astenuta da pareri ufficiali per quanto riguarda le datazioni,
non fornendo così alcun sostegno, afferma l' avvocato Tolone,
nè economico nè di ausilio agli studi per la ricerca
storica sui reperti.
Ma veniamo al pezzo forte della collezione dell'avvocato Tolone,
quello su cui si puntano tutti gli interrogativi degli studiosi,
e per cui il collezionista è stato addirittura tacciato di
falso, si tratta di una statua di terracotta di circa 18 cm di lunghezza
raffigurante uno strano sauro con delle placche sulla schiena, le
placche sono triangolari, e scorrono lungo il dorso sino alla coda,
la vista dall' alto dell'oggetto rivela una strana piegatura delle
placche, come se l'animale fosse stato raffigurato in movimento
sul terreno...
Le zampe sono grosse e goffe, come di un animale di grande stazza,
e non simili a quelle di una lucertola o di altro sauro moderno,
come il tritone crestato o altri tipi di salamandra cui la scultura
è stata accostata. Non esiste alcun tipo di salamandra o
sauro tipo iguana tra le specie attualmente conosciute, che abbia
delle placche simili, ed allora basta prendere un qualunque manuale
di paleontologia e ci si rende conto che l'animale raffigurato nella
scultura appartiene alla specie degli stegosauri, una specie di
dinosauri con le placche che gli scienziati affermano essersi estinta
circa 65 milioni di anni fa...
Non è possibile affermano i paleontologi, non può
essere affermano gli storici, ma intanto la scultura esiste e l'avvocato
Tolone afferma di averla trovata nelle terre di Caria insieme a
centinaia di altri reperti di età antica, di una civiltà
pre-greca della Calabria, cioè di almeno 3000 anni fa...
La statua è stata inoltre ritrovata in due frammenti e poi
ricomposta con un pò di adesivo.
Inoltre è presente nella collezione un' altra raffigurazione
dello strano sauro in bassorilievo su lastra di marmo grezzo, con
le stesse identiche
caratteristiche fisiche, e nella stessa teca c'è anche un
grande osso fossile di un animale sconosciuto, ed una mandibola
con grandi denti, anch'essa fossile...
Se la statua di terracotta rappresentante il terribile sauro fosse
un falso, non dovrebbe essera affatto difficile provarlo sottoponendola
a datazione radiocarbonio 14, afferma l'avvocato Tolone, ma se il
reperto è autentico ed antico almeno di qualche migliaio
di anni, saremmo di fronte ad uno dei più incredibili enigmi
della archeologia mondiale.
di Domenico Canino
mimmocanino@hotmail.com
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